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Visualizzazione dei post da agosto, 2018

Il Gene della follia

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Il Gene della follia  Gene Wilder è stato una maschera comica dalle articolate sfaccettature, capace di passare dalla malinconia lunare degli esordi alla squinternata esagitazione nei ruoli che lo hanno consegnato alla memoria collettiva: manco a dirlo, quello del rampollo di casa Frankenstein in Frankenstein Junior di Mel Brooks e ancor prima, nella cronologia e nel ricordo dell’infanzia, quello di Willy Wonka, nel film di Mel Stuart tratto da un romanzo di Roald Dahl. Soprattutto in quest’ultimo, un Peter Pan riveduto da Edgar Allan Poe, l’attore conciliava Mary Poppins col Cappellaio Matto di carrolliano stampo, ostentando una follia freak che nemmeno Johnny Depp sarebbe riuscito a eguagliare.   Non si può scrivere di Gene Wilder senza ricordarne l’apprendistato d’interprete teatrale presso l’Old Vic, prima di far parte anch’egli, per un breve periodo, dell’Actors Studio: fin da subito la passione per la recitazione si sposa con un corpo minuto e un volto non avvenente

There will never be another you, Robin

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There will never be another you, Robin  Uno degli equivoci più comunemente diffusi presso critica e pubblico, soprattutto quando si parla di comicità, è quello di scambiare volto e corpo di una maschera buffonesca con quelli di un interprete tout court . La maledizione cui ha accennato qualcuno, legata all’arte di far ridere, non è da imputare alla capacità in sé, molto più complessa di quanto non si è disposti a credere. Essa, semmai, risiede nell’increscioso errore di voler ritrovare fisionomia, gesti, segni, movenze – in sostanza, il bagaglio artistico di un clown – nell’espressività e nella cinetica di un attore. Il fattore della novità, sposato al genio dell’estro, è indotto a misurarsi con mutamenti di mode, cambiamenti di gusti e miti, indottrinamenti di pubblici ogni volta diversi, repertori sempre uguali a sé stessi. Il che, inesorabile, finisce per spremere la maschera sino a impoverirla, mettendone in dubbio qualità, quando non maniere, che sino a ieri ne avevano fa