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La fuga plausibile

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La fuga plausibile  Quando chi scrive pubblicò, una decina d’anni fa,  Noul Val – Il nuovo cinema romeno , la reale scommessa non fu tanto quella di concepire un volume che annoverasse l’intera produzione della cinematografia romena nei quattro lustri successivi alla caduta di  Ceaușescu . Altri testi dedicati alla rosa di autorevoli nomi, da Mungiu a Puiu e via elencando, si erano occupati dell’argomento: pure nella stessa Romania, s’è vero che un esponente di punta della critica, Doru Pop, poco prima del mio libro, s’incaricò di tracciare linee e coordinate, tematiche e stilistiche, della filmografia in questione, senza ovviamente tralasciare il bilancio tra l’ ante  e il  post  della storia del Paese esibito dalla finzione scenica. Tanto meno sarebbe corretto dimenticare che il  pot-pourri  internazionale dedicato alla produzione, tra recensioni e interventi, non poco ne agevolò la riscoperta; e già in Italia Luciano Mallozzi aveva firmato un saggio, l’ormai raro  Il cinema romeno