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Visualizzazione dei post da dicembre, 2020

MANK, the other side of the legend

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Mank , the other side of the legend  I dissensi che carta stampata e  social network  hanno riservato, a pochi giorni dall’uscita, a  Mank , undicesimo lungometraggio di finzione firmato David Fincher, rivelano come il pur abusato sottobosco hollywoodiano mostri ancora di voler (e poter) dire di sé, senza venir meno al sempiterno principio di reinventarne l’effigie – arcinota, peraltro – badando a non perdere un briciolo del senso di “magico” impartito dalla fabbrica di sogni. Sortilegio che si dispiega già in apertura, con gli  opening credits  che sfilano in verticale su uno sfondo di candide nuvole, come in uno dei tipici titoli del periodo classico del ventennio Trenta-Quaranta – complice lo splendido bianco e nero di Erik Messerschmidt. La “poetica della nostalgia”, in pieno mutamento cinematografico negli anni a seguire, avrebbe provveduto a riadottare e riabilitare quel  sense of wonder  rendendone possibile la replica, talora rischiando la maniera (pressoché esaustivi, qui, nit

Phenomena(le)

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Phenomena(le)   Le ricordiamo ancora tutti le sue grida, strazianti e superflue, nell’epilogo di  Tenebre , dopo che involontariamente trafigge a morte con una scultura lo scrittore omicida Anthony Franciosa. Così come le premurose e ambigue movenze di Frau Brückner, vicedirettrice del collegio femminile svizzero in cui è iscritta la giovane protagonista di  Phenomena  (parte mai particolarmente amata, tanto da ritenerla “reazionaria”). E sette anni prima in  Suspiria,  di cui è autrice del soggetto e co-sceneggiatrice, già le toccano i panni di assassina, seppur indirettamente, doppiando Lela Svasta che incarna Helena Markos – e dove recita pure, in un ruolo minore. Ma se in  Inferno  è Elise De Longvalle Adler, la contessa malata destinata a un’atroce fine, risulta impossibile non menzionare la sua prova tuttora più ricordata: quella di Gianna Brezzi, autoironica giornalista che aiuta il pianista jazz David Hemmings in  Profondo rosso ; ed è altrettanto impossibile fare il nome di Da