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Visualizzazione dei post da aprile, 2018

Forze del passato

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Forze del passato  “ Eccoci arrivati al momento in cui nessun tribunale potrà mai dire se in lei parla la ferocia o la pietà. ” Porcile , 1969   Talvolta è proprio il Caso a imporre gli eventi, anche quando si farebbe di tutto per non consentirne la realizzazione. Tre anni fa, solo pochi giorni prima della morte di Pasolini, si è ricordata quella di Sergio Citti, il cui nome e la cui filmografia, volenti o meno, sono legati inesorabilmente all’opera del primo. Benché Citti medesimo, con la profonda umiltà che ne temprava l’estroversa personalità, smentisse categorico, e forse non a torto, il parallelo con un autore incomparabilmente grande. Ma il Caso, chissà per quale enigmatica traiettoria, ha permesso che il decennale della scomparsa dell’autore di Ostia cadesse proprio nel quarantennale di quella del maestro-collega-amico.  Più di recente, plausibili tracce di un ipertesto pasoliniano si potrebbero desumere da titoli tra loro discrepanti, quali Il racconto dei racc

Capolinea Paradiso: DUMINICĂ LA ORA 6

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Capolinea Paradiso: Duminică la ora 6  Fingiamo di non sapere nulla. Di più: di non saperne nulla. Di non avere informazioni su ciò che la Romania sotto Ceaușescu era, giocoforza, costretta a vivere all’uscita di questo film. Di non sapere che dietro la parvenza di una tormentata vicenda d’amore, non priva di soffiate e tradimenti, si celano precisi echi storici e riferimenti intertestuali. Se si tralascia questo, e più semplicemente ci si abbandona alla trama, Duminică la ora 6 (“Domenica alle 6”) non appare un film diverso da qualsiasi storia incentrata su una relazione infelice e senza speranza. Al contrario, l’esordio registico di Lucian Pintilie suona come un feuilleton di matrice arrabbiata e ribelle, come da recitazione teatrale degli interpreti. La mise-en-scène contempla una figuratività che personaggi principali e comprimari accentuano con pochi scarni movimenti, perlopiù d’impulso, costantemente seguiti da un occhio che, sebbene si conceda le necessarie riprese

Forman-Taviani, uomini del loro tempo

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Forman-Taviani, uomini del loro tempo  Chi scrive era al “Lucca Film Festival”, lo scorso weekend, per assistere a un meeting col regista inglese Stephen Frears, ed è stato proprio l’ospite, prima d’iniziare un’intensa e via via sempre più accesa conversazione col pubblico, a informare i presenti della scomparsa di Miloš Forman. Lo stesso che, dopo il lustro di assenza dagli schermi seguito all’incetta di statuette con Amadeus , era tornato con un progetto altrettanto ambizioso e meno ripagato al botteghino: quel Valmont che raccontava la vicenda già narrata da Frears ne Le relazioni pericolose . E dopo Forman, il giorno successivo ci avrebbe lasciati un altro importante nome della Settima Arte, quel Vittorio Taviani che assieme al fratello Paolo costituì la coppia di registi più celebre del nostro cinema. Sarebbe sbagliato comparare questi due nomi, tanto differente nelle forme è stata la loro filmografia, nei contenuti, negli sguardi, nelle poetiche. Risulta ugualmente po

Jerry Lewis, la possibilità di essere “anormale”

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Jerry Lewis, la possibilità di essere anormale  Torna anzitutto alla mente, parlando di Jerry Lewis, l’agguerrita difesa che ne fece quaranta e passa anni fa una giovane e già autorevole firma della più schietta critica militante, tal Goffredo Fofi, in contrapposizione alla festosa accoglienza che all’astro nascente dell’umorismo ebraico-americano, Woody Allen, ne faceva il resto del mondo. Senza infingimenti esecrava il secondo – un “insopportabile coglione”, scriveva – ma lo storico direttore di “Ombre Rosse” fu il primo a spiegare ciò che negli anni seguenti sarebbe stato individuato come assioma dell’arte comica di Lewis. Non è necessario scomodare i francesi, all’epoca più predittivi e meno oziosi dei colleghi italiani: ci sta che i “ Cahiers” abbiano compreso prima il fulcro di tale comicità, nel suo consistere semplicemente nell’inversione di quanto può apparire – ma solo apparire – normale .  Prima che Lewis si misurasse con la regia (che conta una dozzina di