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Visualizzazione dei post da gennaio, 2023

MAIGRET: ombra del passato o passato nell’ombra?

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Maigret : ombra del passato o passato nell’ombra?  Mai come l’anno appena trascorso – scrive Aldo Fittante – la morte ha voluto farsi bella divorando ingegno e incanto nel mare magno della cultura, prevalentemente seminando vittime in generazioni anziane, prossime al congedo, lasciando gli eredi, o sedicenti tali, stupiti e talvolta attoniti dinanzi al vuoto. Sicché, quando si pensa a una figura letteraria a cui non servono presentazioni, subito viene naturale immaginare di ritrovarsi in un tempo inesorabilmente perduto e lontano, che un riadattamento dai toni dimessi, tanto lividi e scabri – tesi alla restituzione d’un comparto urbano iconograficamente semi-spoglio – accentua al pari di un’indagine assai meno importante di tutto il resto. S’accluda una fotografia tutta mezze tinte, a cura di Yves Angelo, e un montaggio asciutto d’impostazione classica, firmato  Joëlle Hache,  che alterna interni, esterni, riprese di spalle. In siffatta chiave interpretativa, guarda caso nello stesso

Brivido freddo: TI PIACE HITCHCOCK?

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Brivido freddo: Ti piace Hitchcock?  In materia di piccolo schermo, nella serie Storie incredibili prodotta da Spielberg, ci si ricorderà di un episodio firmato da Todd Holland in cui un teenager ossessionato dal cinema horror, rievocando l’immortale doccia di Psyco , si ritrova invischiato in un incubo che lo impossibilita a distinguere il vero dalla finzione. E al centro de La finestra della camera da letto , girato da Curtis Hanson a ridosso del segmento, è la disavventura del finto testimone di un’aggressione, che, alle prese con un gioco ritortosi contro di lui, è avvicinato dalla vittima della colluttazione per incastrar e il colpevole. Di lustro in lustro, la giocosa voglia di emulare Hitchcock predispone un pot-pourri tra appassionati e aficionados sull’identico asse d’uno stucchevole “già visto”, spremendo succo e meningi, tanto da privare la fantasia di qualsiasi barlume d’idea. Non v’è dubbio che La finestra sul cortile sia da collocare tra i più amati e citati capola

La schizofrenia del genere

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La schizofrenia del genere  Entra subito nel vivo, l’analisi che Fabio Zanello dedica a Vivere e morire a Los Angeles , nel suo volume edito da Gremese per la collana “I migliori film della nostra vita”. Lo fa sin dal prologo, stilando un percorso imprescindibile sui mutamenti dei generi noir e poliziesco, che in pieno revanscismo reaganiano anni Ottanta converge sino a fare, di entrambi, un unico complementare filone, che di fatto impone nuove chiavi interpretative. Tale sintesi – che accosta veterani quali Frankenheimer o Lumet ad emergenti leve, quali i fratelli Coen e Lynch – finisce per stratificare le zone di confine tra i due generi in un fronte più ampio: l’inclusione di collaudati luoghi canonici, sì ricorrenti nell’ epos cinematografico, pone questi ultimi d avanti a una riflessione estetica che abbraccia ogni elemento dell’operazione, aggiungendo una nuova pagina all’attuale postmoderno (Tarantino emergerà nel successivo decennio), e pure un continuo ribaltamento di pros