LAKBAYAN

Lakbayan 


Lav Diaz, Brillante Mendoza e Kidlat Tahimik uniscono i propri talenti per un lavoro corale, sullo stato delle cose nelle odierne Filippine: dai lenti passi di tre uomini attraverso un selvaggio dispiegarsi in bianco e nero si passa a un’atroce critica dell’élite su una marcia di protesta, in forma di tragica rievocazione, per concludere con un documentario sugli incontri di un regista, a bordo d’un camper lungo il Paese, con alcuni artisti locali. I tre shorts che compongono Lakbayan (“Viaggio”) sono rappresentativi degli approcci diversi delle rispettive firme nel restituire arte politicamente eversiva; non nuovi al tema del viaggio, anche in questo caso i tre autori convergono verso una duplice destinazione: l’effettivo movimento geografico attraverso lo spazio reale cui segue un itinerario più interiore, che nel film si trasla in viaggio nel cuore della nazione, stemperato da discrepanti punti di vista. Unificando il tocco dilatato di Diaz, il realismo sociale di Mendoza e la satira autoriflessiva di Tahimik, l’opera rientra nelle celebrazioni in occasione del centenario del cinema filippino: in un Paese perseguitato da numerosi problemi – dalla disuguaglianza sociale ai cataclismi naturali, alla democrazia illiberale a opera di un populista nella sua battaglia contro droga e dissenso – Lakbayan è un promemoria tempestivo su come il cinema, e più in generale l’arte, può servire da apripista per l’anima travagliata d’un popolo. 


Francesco Saverio Marzaduri 

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