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Visualizzazione dei post da agosto, 2020

I banditi del tempo: TENET

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I banditi del tempo: Tenet  “ Chi controlla il passato controlla il futuro”, scriveva George Orwell, “chi controlla il presente controlla il passato”. E ancora, dichiara Scorsese, “il cinema del passato è un ’invenzione del futuro”. Entrambi gli aforismi potrebbero riassumere quel che stando all ’opera di Christopher Nolan, sul piano della confezione, ha l ’ aria d ’u n ulteriore Prestige , e su quello della fruizione filmica null ’altro che un mero gioco di tecnica dilatato per due ore e mezza. Nessuno obietta alla magna confezione blockbuster , pellicola 70mm e IMAX, di esentarsi dal principale compito: uno spettacolo di roboante fracasso, che però intriga e avvince; e stando ai primi risultati, con cui l’undicesimo lungometraggio del cineasta britannico è accolto tra un chiacchiericcio mediatico e l’altro, è più che probabile che l’esito risollevi le sorti del grande schermo dopo la tristemente nota situazione pandemica. Nemmeno si rimprovera che nell’inoltrato 2020, ormai al term

Alan Parker: il rapido di mezzanotte

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Alan Parker: il rapido di mezzanotte  “ Una volta un critico mi ha descritto come un fascista estetico.”  ALAN PARKER  Strano che nel cumulo di tributi e accorati omaggi ad Alan Parker, scomparso il 31 luglio, quasi nessuno abbia speso qualche riga per un’operina del ’71 di cui fu sceneggiatore e aiuto regista: Melody , il cui titolo italiano fu quanto di più chilometrico e demenziale si potesse immaginare ( Come sposare la compagna di banco e farla in barba alla maestra ). Qui la voglia di libertà d’una combriccola di adolescenti terminava con un allegorico sposalizio dei due protagonisti, mentre il desiderio d’evasione dai rigidi dettami dell’istituzione inglese non poteva non rammentare la lezione dei giovani arrabbiati del Free , conclusosi qualche lustro prima e offerto quale eponimo precedente. Anche se poi seguì la parentesi altrettanto breve della Swinging London , e un ulteriore bagaglio di novità controculturali, l’esperienza anticonformista conciliante co

Il caso Norman Jewison

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Il caso Norman Jewison  Ripensare alla filmografia d’un autore come Norman Jewison, giunto in questi giorni alla veneranda età di 94 anni, significa riesaminare una produzione di cui l’odierno cinema americano, in apparenza, pare non patire più di tanto l’assenza, e dalle generazioni intermedie, tutt’al più, spicciativamente etichettata come démodé . La ragione non sta forse nell’indifferenza o nel mancato desiderio d’una rilettura – tipiche peraltro d’un climax storico-politico che tende a dimenticare l’etimologica concezione di “valore”, secondo le dottrine culturali nordamericane. Si ha anzi la sensazione che le attuali tendenze stars & stripes facciano di tutto per rimuoverlo, senza curarsi di retrocedere la propria immagine a distanze temporali non commensurabili. Mezzo secolo (di quale velocità, poi!) separa i giorni nostri da un periodo in cui spunti e tematiche sociali, preferibilmente di portata liberal , erano materia prima sullo schermo, offerti come appa

Il fattore umano secondo Eastwood

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Il fattore umano secondo Eastwood  Ripensando alla complessa agiografi a di Bird , in cui Charlie Parker è offerto come un autodistruttivo di rara cocciutaggine, o al reticente infantilismo del John Huston riadattato per Cacciatore bianco, cuore nero , ben si comprende come il cinema di Eastwood insista sulla contraddittorietà di personaggi, alter ego dell’autore, in eterno conflitto con una Storia ancor più contraddittoria. Fedele a una classicità cinematografica debitrice della grande tradizione del passato, lo sguardo non s’arresta a singole figure ma si allarga via via ad un più ampio raggio: il biopic è la cornice più adatta a quelle introspezioni che non si limitano a reinterpretare la realtà in termini mitologici – incluso il supposto garantismo del sistema – ma rimettono in discussione l’ordine fin dalla mitizzazione, senza fare sconti neppure al governo federale, alla sua icona di punta e al dualismo informazione-potere, in cui quest’ultima afferma di credere.