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Visualizzazione dei post da settembre, 2020

Questa volta parliamo di Lina

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Questa volta parliamo di Lina   Che Nanni Moretti non nutra simpatie per Lina Wertmüller è cosa nota, come mitizza il conato di bile verdastra di cui l’ alter ego  Michele Apicella, nel primo lungometraggio del cineasta, è vittima solo a pronunciarne il nome (figurarsi di fronte a un accenno di rivalutazione...). E altrettanto nota è la reazione di Nanni  in primis , quando l’autrice per eccellenza di film dal chilometrico titolo desidera conoscerlo di persona: il poco cavalleresco rifiuto di stringere la mano alla regista, romana ma di remote discendenze svizzere, non sarà mai dimenticato dalla Nostra tanto da rammentarlo, otto anni fa, nell’autobiografia  Tutto a posto e niente in ordine , riprendendo un altro lavoro della propria produzione. Segno che se il tempo non lenisce mai completamente certe bruciature, il  milieu  cinematografico dispone di talenti, tra alti e bassi, non sempre reciprocamente disposti su registri di empatia.  A onor del vero, la benemerita Lina – all’anagraf

Heartbreak Linda

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Heartbreak Linda   Quando a Venezia, diciott’anni fa, mi capitò d’intervistare gli autori di Rosy - Fingered Da wn – Un film su Terrence Malick , presentato nella sezione “Nuovi Territori”, una delle domande riguardava un volto, quello di Linda Manz, che solo il cineasta statunitense avrebbe carpito con un’intensità e una luminosità mai più ripetutesi e, di fatto, senza pari. Come pochissime altre, la Manz non rientrava nella serie di testimonianze documentate nel lavoro, a causa – mi fu spiegato – di un atteggiamento schivo e ben poco in sintonia, ormai, con l’apparato cinematografico, che alla richiesta di partecipare la indusse a rifiutare l’offerta. Ma suona ugualmente strano, benché comprensibile, che la breve filmografia della compianta Linda, scomparsa il 14 agosto a soli cinquantotto anni, contempli una decina di altre prove, escludendo le due più note, spartite tra grande e piccolo schermo, e non esattamente memorabili. Come sempre in questi casi, nonostante il commia

ADRIAN: il tempo (non) se ne va...

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Adrian : il tempo (non) se ne va ...  “ Volgar e è tutto ciò ch’è fuori tempo. La vita è sempre un fatto musicale.”  ADRIANO CELENTANO   “ Io s ono l’unico che non è cambiato”, diceva di sé stesso – ieri – il barcaiolo Felice Della Pietà in Yuppi du . “Non so perché ho scritto Adrian ”, confessa – oggi – Celentano, “forse perché il tempo sta per scadere”. Nessuno obietta che l’ambizione di puntare alto ed estendere la propria politique in sfere inusuali, nella speranza che l’azzardo raggiunga livelli almeno soddisfacenti, venga posta come un’ultima scommessa della vita; e chi conosce l’eterno ragazzo della via Gluck sa molto bene che il concetto di “tempo”, espresso da protagonista in tutti i campi, lo accompagna da oltre sessant’anni di carriera.   “ I tempi – nelle sue canzoni, nei suoi film, nelle sue performance televisive – (non) rispettano i tempi. In entrambi i sensi. Siano dilatati, ricreati, manipolati; o frenati, bloccati, fermati (in un tem