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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

Japanese Beauty: MISHIMA – UNA VITA IN QUATTRO CAPITOLI

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Japanese Beauty: Mishima – Una vita in quattro capitoli  “ It is the addition of strangeness to beauty that constitutes the romantic character in art. ”   WALTER PATER Presentato in versione restaurata alla XXXII edizione de “Il Cinema Ritrovato” di Bologna, Mishima – Una vita in quattro capitoli è il quinto lavoro di Paul Schrader regista, il più complesso e ambizioso, ma pure quello che inaugura la fase più personale della sua carriera. Una personalità contraddittoria come quella di Schrader, oscillante tra aspirazione mistica all’assoluto e il confronto con le bassure della vita, ha in comune con lo scrittore giapponese la compenetrazione tra vita e arte portata alle estreme conseguenze, nonché il rifiuto, in odor di fascismo, della società odierna. Mishima è opera colma di suggestioni visive, dalla lunga preparazione e dalla ancor più meditata gestazione, film – come alcuni han scritto – pieno di cose bellissime e tuttavia non bello, ricco di elementi i

THE GAME CHANGER

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The Game Changer  The Game Changer , film d’azione del 2017, diretto dal regista cinese Gao Xixi, interpretato da Wang Xueqi, Peter Ho, Huang Zitao, Gülnezer Bextiyar e Choo Ja-hyun, porta sul grande schermo la serie televisiva cinese Shanghai Bund del 2007, firmata dallo stesso Gao Xixi, remake a sua volta del serial di Hong Kong The Bund . Trasmesse tra l’80 e l’81, le stagioni del telefilm riscossero enorme successo in tutta l’Asia, tanto da farlo ricordare come “Il Padrino d’Oriente”. Ambientato a Shanghai negli anni Trenta, quando la città era nota come il “paradiso dell’avventuriero”, The Game Changer non racconta soltanto le vicende di alcuni gangster influenti e della loro guerra per ottenere il potere sulla città, ma dei valori di fraternità e fede sullo sfondo delle vicende storiche del periodo – i movimenti anti-Giappone e le infiltrazioni della Società delle Camicie Azzurre, una società segreta interna al Partito Nazionalista Cinese. Protagonisti sono Lin Zi

SHOW ME YOUR LOVE

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Show Me Your Love  Sceneggiato e diretto da Ryon Lee, Show Me Your Love è un commovente dramma familiare, in parte girato in Malesia, che ruota intorno al duplice tema della separazione e della riconciliazione. Il film esplora l’importanza di coltivare il rapporto coi propri genitori, la ricerca dei sentimenti e delle emozioni – che molta recente cinematografia di Hong Kong ha già affrontato, se si pensa a titoli quali Happiness , The Moment o Good Take Too – seguendo schemi in cui i personaggi riscoprono la dolcezza dell’esistenza attraverso legami più profondi con coloro che amano. In Show Me Your Love l’attore televisivo Raymond Wong, al suo primo ruolo da protagonista al cinema, interpreta egregiamente Nin, un insegnante di Hong Kong che s’impegna nella propria professione per orgoglio, a causa di una scommessa fatta anni prima alla madre. Agente immobiliare in difficoltà, la moglie Sau-lan vorrebbe fargli lasciare l’insegnamento affinché diventasse un agente come lei,

A YELLOW BIRD

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A Yellow Bird  Presentato a Cannes nella sezione “Settimana Internazionale della Critica” nel 2016, A Yellow Bird è un dramma sociale incentrato su un indostano – caso raro – a Singapore, dove gli indiani sono il 7,9% della popolazione, contro il 13,9% dei malesi e il 76,8% di cinesi. Siva, impersonato dal noto volto televisivo Sivakumar Palakrishnan, trentotto anni, viene rilasciato dopo averne scontati otto in carcere per contrabbando. L’uomo deve fare i conti col passato, la famiglia e il suo status di minoranza, mentre la madre (Seema Biswas, star di Bollywood) si rifiuta di ospitarlo, avendone già affittato la stanza a un paio di cinesi zotici. Siva cerca di persuadere l’amministrazione penale ad aiutarlo nella ricerca della moglie, nel frattempo risposatasi, e della figlia, senza ricevere aiuti. Un vecchio amico, per ricondurlo all’attività criminosa, afferma di non sapere dove sia la sua famiglia. La polizia, invece, lo costringe ad incontrarsi con un’assistente

Prima del calcio d’inizio

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Prima del calcio d’inizio  Iniziata, come lo storico Watergate, con la scoperta di intercettazioni telefoniche compromettenti, la bufera che una dozzina d’anni fa investì il mondo del calcio finì per coinvolgere, giorno dopo giorno, presidenti e dirigenti, allenatori e commissari tecnici, arbitri e guardalinee, singoli calciatori e squadre intere, moviolisti e giornalisti sportivi. Sopiti, per quanto mai realmente superati, gli scandali di Moggiopoli e di Morattopoli, e a ridosso dall’inizio dei Mondiali in Russia, lo sport nazionale per antonomasia appare – oggi come allora, se non di più – lo specchio deformato del cosiddetto Belpaese nei propri aspetti più indecorosi, il suo esatto riverbero.  Ma è altrettanto vero che, nella produzione cinematografica di casa nostra, il calcio non ha goduto di caratterizzazioni particolarmente profonde, o comunque tali da vedersi riconosciute peculiari qualità poetiche: quelle a cui il calcio, inteso come gioco prima ancora che